Dieci domeniche fa, con il gruppo per la comunicazione, abbiamo iniziato a raccontarvi la fede delle nostre parrocchie a partire dalle storie dei santi patroni che le proteggono (iniziammo con san Giovanni Battista di cui celebriamo la festa liturgica proprio nei prossimi giorni e, quindi, oggi la festa patronale di Avigno).
In questo numero mi permetto qualche prima riga di congedo mentre ne approfittiamo per rilanciare il prossimo decennale della comunità pastorale. È la comunione che fa da denominatore comune.
Quella delle nostre collaborazioni in parrocchia, quella della sinergia tra le otto parrocchie della nostra comunità pastorale; con il gruppo per la comunicazione lo abbiamo voluto esprimere anche nel logo di Pieni di stupore: otto cerchi diversi per colore e dimensione che tratteggiano un unico cerchio.
Ma questo logo non è che una semplice copertina, una bella carta esterna che prelude a qualcosa di più. Vogliamo introdurvi man mano a questo di più. E oggi lo facciamo presentando il trailer di un documentario che uscirà il prossimo autunno (visibile sui social e sul sito della comunità pastorale da oggi) e che fa parte delle diverse iniziative con cui vogliamo sottolineare il prossimo nostro decennale. Esso racconterà e testimonierà che solo quando un Amore più grande ci coglie di sorpresa e ci stupisce, allora gli uomini e le donne credenti rinsaldano la comunione, diventano comunità.
E’ la nostra storia, simbolicamente raccontata nella sua interezza da testimonianze di alcuni di noi che la scorsa estate hanno accolto l'invito di questa iniziativa.
Storia di luci e di ombre, di consolazioni e desolazioni, di corse e rallentamenti. Come ognuno di noi sa ed ha sperimentato in questi dieci anni. Questo è il Vangelo. Non la perfezione innata. Ma la costante fiducia dei miseri (che siamo noi e le nostre povere comunità) in Colui che tutti fa perfetti.
Attraverso la comunione.
Avviando il congedo da questa comunità pastorale, mi permetto di iniziare ad esprimere riconoscenza a questa esperienza comunitaria per aver educato il mio cuore e il mio ministero di prete a questa importante verità.
Annunciare il Vangelo è vivere la comunione.
Innanzitutto sono profondamente persuaso (so che qualcuno sorriderà all’udire questa espressione che sa mi piace particolarmente usare!) che le comunità pastorali il Signore le abbia volute, e la Chiesa umilmente si lasci anche ferire da chi nei confronti di esse si mostra recalcitrante, perché le singole parrocchie avrebbero potuto essere un ostacolo alla comunione tra credenti, fonte di divisioni e rivalità, che talvolta abbiamo ben conosciuto.
In secondo luogo annunciare il Vangelo è vivere la comunione tra singoli credenti. Ringrazio l’esperienza di diaconia condivisa prima con don Mauro e ora con don Giampietro e gli altri sacerdoti e suore. L’esperienza di fraternità con alcuni sacerdoti del decanato. Le diverse iniziative pastorali con i giovani, i gruppi famiglia, gli adulti con cui ho condiviso le vacanze estive del cosiddetto “Turno zero”, l’avanguardia del Team di raccolta fondi per gli oratori che abbiamo chiamato Insieme Ingioco e i diversi servizi in parrocchia a Bobbiate (per citare solo alcune delle più belle occasioni di stretta condivisione). Occasioni in cui ho goduto della bellezza di relazioni che mi hanno concesso di andare ben oltre il ruolo e hanno toccato livelli di profondità che non cessano con un trasferimento di luogo.
E, vedete, pieni di stupore si è non perché è stato bello, appagante e duraturo (anche!); ma perché mettendo in gioco il poco che hai, quello che ne viene fuori è sorprendentemente molto di più della somma delle singole parti! Vi auguro di poterlo vedere anche voi.
Il trailer e il prossimo documentario ve ne daranno occasione. Guardateli con libertà: dai preconcetti, dai pregiudizi, dai facili entusiasmi. Fatene occasione per dialogare nelle singole parrocchie e tra comunità. Dopo questi mesi di forzato distanziamento sociale ne abbiamo ancor più bisogno. Anche per curare le ferite degli avvicendamenti di preti e suore.
Concedete al Signore la possibilità che sia solo Lui, attraverso (ma non esclusivamente) le altre persone della comunità, ad appagare la vostra vita, proprio per mezzo della comunione tra donne e uomini credenti.
Buon cammino!
don Nicola
