Cari genitori, abbiamo ripreso la scuola materna con grande gioia nostra e dei vostri figli, la bellezza di sentire le voci nei corridoi, gli abbracci alle maestre , il correre all'armadietto per portare un disegno fatto per mamma e papà. La vita che riprende dentro un piccolo spazio di normalità, così come scendere in giardino e usare finalmente i giochi che da tanto tempo ci stavano aspettando. E non fa nulla se poi si deve sanificare perché la gioia del sorriso di un bambino non ha prezzo. Non c'è nulla di più bello che sentirsi amati ed è quello che si percepisce qui. Amati da Gesù amiamo così come sappiamo con i nostri limiti e i tanti doni ricevuti che a volte ci dimentichiamo di avere. A queste due righe allego con piacere l'articolo del dott.Pala che come psicologo ci segue facendo un percorso formativo per le maestre e se riuscissimo sarebbe bello iniziare un percorso di conoscenza per argomenti anche con voi. Buona lettura e buon inizio anno.
Suor Gioia
RICOMINCIARE AD ANDARE A SCUOLA
La scuola riapre: forse si, forse no, chissà come e cosa potrà succedere, speriamo di non dover richiudere di nuovo. Quante volte in queste settimane abbiamo sentito queste frasi! Da un lato l’attesa di una conferma, dall’altro i dubbi, l’incertezza sul quando e come sarebbe avvenuta questa apertura. Anche la nostra Scuola ha riaperto e il come lo ha fatto è il risultato del lavoro preparatorio che ha impegnato durante l’estate tutte le persone che, a vario titolo, ci lavorano. Si è così riusciti non solo a definire e concretizzare tutte le procedure richieste dalle Autorità, ma soprattutto a garantire ai bambini e alle loro famiglie la possibilità di “stare a scuola” non solo in sicurezza ma per un tempo significativo. Questo partendo dalla consapevolezza che la vera sfida era riuscire a garantire ai bambini e alle loro famiglie la sensazione di “sentirsi accolti” nonostante i vincoli imposti dalle procedure di protezione e distanziamento. Del resto la specificità dell’Asilo Nido e della Scuola dell’infanzia, rispetto ad altri ordini di scuola, è quella di essere un luogo fondato sull’incontro quotidiano fra più generazioni (i bambini, le educatrici, i genitori e anche i nonni!). Allora per noi la frase chiave è che se è vero che dobbiamo metterci la mascherina sulla bocca e sul naso e questo copre il nostro sorriso e rende più ovattata la nostra voce non per questo abbiamo la mascherina sugli occhi! E allora si tratterà di trovare nuovi modi per stare in contatto. A volte basta “rispondere a uno sguardo” per far sentire all’altro che ci siamo, siamo lì con lui. E questo avviene quando il rispondere non è qualcosa di formale, un “atto dovuto per buona educazione” ma ha i tratti del cor-rispondere, a partire dal cuore, dalle emozioni che si sentono. E su questo ci hanno commosso gli slanci di gioia dei bambini quando il primo giorno di scuola hanno re-incontrato le loro “maestre”, la loro voglia di correre loro incontro, di abbracciarle. E in questo c’è tutta la differenza rispetto a quanto abbiamo vissuto nel periodo del lockdown. C’è una frase che, nella sua “durezza” che toglie il fiato, sintetizza quel periodo: “Noi che cantavamo dai balconi e contavamo i morti”. E’ indubbio che questa pandemia è stata per molti anche l’esperienza del dolore per la perdita delle persone care e che c’è la paura che tutto questo ritorni. Ma anche allora “cantavamo dai balconi”, ci dicevamo: ce la faremo anche se ci parlavamo da lontano: dai balconi o attraverso una videochiamata con whatsapp. Continuavamo a sperare. E adesso questa speranza si è concretizzata. Possiamo tornare a scuola, ritrovare i nostri ritmi quotidiani. Certo tante cose sono cambiate. Non ci si può abbracciare, stringere la mano. Ci si può salutare toccandosi con i gomiti. Che a questo punto non è certo dare una gomitata, ma un modo per essere in contatto anche fisico che ha la forma, con un gioco di parole, del CONTATTO. Un contatto fatto con tatto, senza violare le regole del distanziamento ma senza, per questo, rinunciare alla prossimità!
Dott. Luigi Pala, psicologo